UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ora il Lazio si mette alla prova

Un percorso di riflessione in tre incontri per fare il punto sul rapporto tra Chiesa e comunicazione, sull’identità e i compiti degli animatori della cultura e le loro opportunità di inserimento nella pastorale delle comunità. È la proposta lanciata nel Lazio dalla Conferenza episcopale regionale tramite l’Ufficio per le Comunicazioni sociali, in sintonia con l’Ufficio nazionale della Cei, che sta incontrando nelle varie regioni le realtà impegnate nella comunicazione e nella cultura.
22 Aprile 2009

Un percorso di riflessione in tre incontri per fare il punto sul rapporto tra Chiesa e comunicazione, sull’identità e i compiti degli animatori della cultura e le loro opportunità di inserimento nella pastorale delle comunità. È la proposta lanciata nel Lazio dalla Conferenza episcopale regionale tramite l’Ufficio per le Comunicazioni sociali, in sintonia con l’Ufficio nazionale della Cei, che sta incontrando nelle varie regioni le realtà impegnate nella comunicazione e nella cultura. Il primo incontro, svoltosi a Roma il 16 aprile, era destinato a responsabili e collaboratori degli uffici diocesani per le comunicazioni ed è stato coordinato dal vescovo di Civitavecchia Carlo Chenis, incaricato del settore per i vescovi del Lazio, e da don Domenico Pompili, sottosegretario Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali. Gli altri due appuntamenti sono aperti agli animatori della comunicazione e della cultura e ai collaboratori pastorali parrocchiali e si tengono ad Anagni e Viterbo. «Come indica anche la dislocazione geografica degli incontri – spiega monsignor Marco Fibbi, alla guida dell’Ufficio regionale per le Comunicazioni sociali – l’intento è di rilanciare la vitalità del territorio sul quale operano le diciotto diocesi laziali, offrendo un’occasione di confronto con personalità autorevoli della realtà ecclesiale che stanno elaborando idee sul piano del confronto tra Chiesa e nuovi linguaggi della cultura». Naturalmente con la preoccupazione di far crescere sul campo la sensibilità ecclesiale verso l’argomento e individuare persone che mettano le gambe alle proposte. «È necessario – continua Fibbi – che le parrocchie si dotino di laici competenti, in grado di dare spessore comunicativo alla pastorale e di usare con creatività le potenzialità dei media al servizio dell’evangelizzazione ». Anche don Domenico Pompili conferma l’importanza del contatto con le persone sul territorio, come sta personalmente sperimentando negli incontri nelle regioni. «Si tratta di un’esperienza – afferma – che attesta una crescente sensibilità in campo ecclesiale nei confronti dei nuovi linguaggi, divenuti un vero e proprio ambiente in cui tutti ci muoviamo. Questi incontri inoltre mirano a ridefinire i compiti degli uffici diocesani per le Comunicazioni sociali, nel duplice aspetto della comunicazione dentro e fuori della Chiesa». Ieri ad Anagni ci si è concentrati sulle nuove tecnologie per la missione della Chiesa, con Xavier Debanne, esperto di comunicazione digitale, e lo stesso Pompili, introdotti dal vescovo di Anagni-Alatri Lorenzo Loppa. Il 28 aprile a Viterbo, sui nuovi linguaggi per l’annuncio del Vangelo, sarà la volta di Domenico Delle Foglie, portavoce di Scienza & vita, assieme a Pompili e al vescovo di Viterbo Lorenzo Chiarinelli.