UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Parrocchia,
frontiera educativa

Dalla carta stampata ai territori digitali, per giungere alle sale della comunità e ai centri cultu­rali cattolici, l’opera educativa della comunità non può fare a meno di quanti la aiutano a pen­sare, a conoscere, a entrare in re­lazione.
9 Marzo 2011
Da quando, nell’ottobre scorso, i vescovi italiani hanno pubblicato gli O­rientamenti pastorali per il de­cennio appena avviato, non c’è incontro diocesano o convegno ecclesiale che non richiami l’in­tento di «educare alla vita buo­na del Vangelo», come recita l’azzeccato titolo del documen­to. Un titolo essenziale, origina­le, suggestivo: quattro parole che appaiono una buona carta da giocare anche dal punto di vista della comunicazione dei contenuti. Un’arma in più nelle mani di coloro che, per voca­zione e per passione, operano per irrobustire l’attitudine di i­niziativa e di parola della pro­pria comunità cristiana.
Gli incontri periodici del clero o le sedute fiume degli organismi diocesani non bastano: è negli spazi e nei tempi ordinari della vita comunitaria che le indica­zioni dei vescovi attendono di essere conosciute, approfondi­te, concretizzate. D’altronde, la frontiera educativa corre so­prattutto qui: attorno – e dentro – la comunità parrocchiale. Quella che i vescovi stessi rico­noscono essere «il luogo fonda­mentale per la comunicazione del Vangelo e la formazione del­la coscienza credente», punto di riferimento nel territorio, dove la vita cristiana si mostra accessi­bile a tutti e possono prendere corpo le «alleanze educative».
Inutile illudersi: i documenti ec­clesiali sono un pane duro da masticare spesso anche dentro le familiari mura di casa. Nes­suno può sentirsi escluso; con­siderato che «non c’è nulla, nel­la nostra azione, che non abbia una significativa valenza edu­cativa », come scrive il cardinale Angelo Bagnasco nella presen­tazione, sarebbe del tutto para­dossale che si rinunciasse ad at­trezzarsi proprio là dove la Chie­sa ogni giorno affronta la sfida dell’educazione, grazie alla «vi­ta buona» che ciascuno in mo­do diverso – a cominciare dai ca­techisti e i responsabili dei grup­pi – sa vivere e proporre.
Da dove cominciare? Un utile suggerimento viene dal docu­mento. Quando i vescovi indi­cano le esigenze fondamentali per una buona progettazione, la prima a trovare spazio è la ne­cessità di prendere coscienza delle caratteristiche e dell’ur­genza della questione educativa. «L’educazione, infatti, se è com­pito di sempre – scrivono –, si presenta ogni volta con aspetti di novità. Per questo non può ri­solversi in semplici ripetizioni, ma deve anzitutto prestare la giusta attenzione alla qualità e alle dinamiche della vita socia­le». Capire il mondo in cui vi­viamo è indispensabile per cre­scere in esso, renderlo un terre­no favorevole all’educazione, condurlo lungo i percorsi della «vita buona del Vangelo».
A suggerire qualche prospettiva di riflessione e di intervento, nei diversi ambiti della società, ha iniziato oltre un anno fa « La sfi­da educativa » (Laterza 2009), il rapporto-proposta uscito dalla penna del Comitato per il pro­getto culturale della Chiesa ita­liana. Altri strumenti si aggiun­gono, a ritmo sostenuto, a ope­ra del vasto mondo editoriale cattolico. Ci sono poi i mezzi di comunicazione ecclesiali – a co­minciare da Avvenire, Tv2000 e RadioInBlu , l’agenzia Sir e i me­dia diocesani e parrocchiali – a rilanciare temi ed esperienze, criteri di lettura e occasioni di confronto. «L’impegno educati­vo sul versante della nuova cul­tura mediatica – affermano gli stessi Orientamenti pastorali – dovrà costituire negli anni a ve­nire un ambito privilegiato per la missione della Chiesa».
Dalla carta stampata ai territori digitali, per giungere alle sale della comunità e ai centri cultu­rali cattolici, l’opera educativa della comunità non può fare a meno di quanti la aiutano a pen­sare, a conoscere, a entrare in re­lazione. D’altra parte, lo stesso documento dei vescovi ha un po’ la caratteristica di un iperte­sto: un ampio ventaglio di fine­stre da aprire sulla vita, di link a temi e ambiti da approfondire, di nuove strade da percorrere perché ciascuno riscopra il do­no ricevuto e la valenza educa­tiva del proprio servizio.