UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Raccontare il messaggio cristiano con “Pace e gioia”

Raccontare la speranza e testimoniare il Vangelo grazie a una radio. A San Giorgio Jonico, dieci chilometri da Taranto, ci riescono dal 1979, grazie a don Domenico Morciano, presidente e fondatore di Radio Puglia, che da 37 anni va in onda sui 101.700 Mhz e da qualche tempo, grazie ad Internet, arriva ai tarantini sparsi […]
21 Dicembre 2016

Raccontare la speranza e testimoniare il Vangelo grazie a una radio. A San Giorgio Jonico, dieci chilometri da Taranto, ci riescono dal 1979, grazie a don Domenico Morciano, presidente e fondatore di Radio Puglia, che da 37 anni va in onda sui 101.700 Mhz e da qualche tempo, grazie ad Internet, arriva ai tarantini sparsi nel mondo ( www.direttaradiopuglia.it). La radio comunitaria, associata al circuito InBlu e Corallo, vive grazie al ricambio generazionale. Molti i giovani che frequentando la parrocchia si appassionano a cuffie e mixer e decidono di dare una mano come volontari, aiutando il palinsesto a cambiare registro senza perdere mai di vista la stella del messaggio cristiano. I programmi più amati però sono sempre quelli condotti da don Domenico, che a dispetto dei suoi 88 anni continua a portare avanti "Una voce della notte", che dalle 22.30 chiude il palinsesto giornaliero. E poi la Messa, i vespri, le lodi e la preghiera quotidiana, sempre in diretta dalla sede storica dell'emittente, la parrocchia Maria Santissima Immacolata, di cui don Domenico è stato parroco dal 1958 al 2006, quando sono sopraggiunte le dimissioni per limiti di età. Lo slogan che ha accompagnato questi anni è sempre lo stesso: "Pace e gioia". Sono soprattutto gli anziani i fedelissimi, ma di collaboratore in collaboratore Radio Puglia si arricchisce di nuovi ascoltatori. E la porta dell'emittente è sempre aperta ai chi abbia una bella idea, qualcosa da raccontare e voglia di prestare qualche ora a settimana per una forma diversa di volontariato culturale.
(Marina Luzzi)
Da Avvenire del 20 dicembre 2016, pag. 20