L’invito alla riflessione su 'Silenzio e Parola' che arriva da Benedetto XVI è concepito per «parlare all’uomo di oggi», ed ha un valore «non solo intraecclesiale». Lo ha fatto notare il presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazione sociali, l’arcivescovo Claudio Maria Celli, durante la conferenza stampa di presentazione del messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. «Il silenzio – ha spiegato il presule – diventa sempre più importante nel contesto di quel flusso di domande che in un certo senso è il motore della moderna cultura della comunicazione». Il silenzio infatti «permette di ascoltare bene le domande per discernere ciò che l’altro sta cercando di comunicare ». E nella cultura che ci circonda «c’è il rischio di non ascoltare la domanda dell’altro e di cercare di imporre risposte prefabbricate». È nel silenzio, poi, che «può fiorire quel dialogo fra colui che fa la domanda e colui che cerca di rispondere». Ed è in questo che «c’è un dialogo, c’è una interattività e c’è una vera ricerca della verità». Benedetto XVI, ha sottolineato l’arcivescovo Celli, con il suo Messaggio di ieri «suggerisce che al cuore di questo flusso di domande c’è una domanda fondamentale che è la ricerca della Verità e da qui nasce di nuovo l’importanza del silenzio come il luogo privilegiato dove il soggetto umano si trova davanti a se stesso e davanti a Dio». Ed è sulla base di queste riflessioni che il Papa nel Messaggio «sviluppa l’importanza del silenzio nella missione comunicativa della Chiesa e dei cristiani». Offrendo «una forte meditazione/riflessione sul silenzio comunicativo di Dio».
Rispondendo alle domande dei giornalisti l’arcivescovo Celli ha notato come «alle volte abbiamo delle trasmissioni religiose che – con tutto il rispetto di certi loro contenuti – sono paccottiglia artistica». «Quando penso – ha detto – a certi film, a certe presenze… Direi che sono di tutto rispetto, ma alle volte fa un po’ sorridere. Ho trovato certe problematiche religiose più in registi che, a prima vista, venivano considerati quasi atei, che in altri che facevano grandi professioni di fede».
Il presidente del dicastero vaticano per le comunicazioni ha poi fornito dei dati sul sito di informazione vaticano News.va che ha «un numero medio di 8-10mila contatti al giorno» con punte in giornate come Natale di 16mila contatti. «Dopo poco più di sei mesi di operatività, siamo contenti», ha detto ancora l’arcivescovo Celli, annunciando che il sito - oggi in tre lingue, inglese, spagnolo e italiano - «tra poco opererà anche in francese e nel giro di un mese anche in portoghese». Prima di compiere un anno di vita il sito sarà quindi nelle cinque principali lingue.
Tra i visitatori, ha aggiunto il presule, «chi entra si ferma per un tempo medio di due minuti: questo vuol dire che la persona che ci visita non vi è capitata lì per caso, ma si sofferma, legge e capta le notizie che si vogliono comunicare ». I visitatori del sito provengono «da 180 Paesi: la parte del leone la fanno gli Usa con il 27%. In Europa guidano Italia, Germania e Spagna, poi seguono Canada e Brasile e tra primi 10 gli ultimi due paesi sono Messico e Argentina. Il 53% è rappresentati da nuovi visitatori, 47% da persone che ci tornano continuativamente». L’ingresso al sito «avviene per lo più attraverso i social network, la maggior parte passa da Facebook (65%), un 30% da Twitter».