UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Roma: il senso, bussola per internet

Si è svolto martedì 31 gennaio, presso la parrocchia Santa Maria Regina degli Apostoli, l'incontro «Dal rumore di Internet al silenzio della parola», promosso dal Centro Culturale San Paolo di Roma.
7 Febbraio 2012
Centosettemila miliardi le e-mail inviate in tutto il mondo, 2.9 miliardi di account di posta elettronica aperti, 255 milioni di siti web attivi, più di 2miliardi di utenti Internet, di cui 600 milioni con un profilo Faceboook. Sono solo alcune delle cifre prodotte dal mondo di Internet tra il 2010 e il 2011. Numeri che indubbiamente fanno rumore e che contrastano con il messaggio lanciato da Benedetto XVI per la 46ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, dove il protagonista è il silenzio. Allora come è possibile vivere questo silenzio muovendosi nel caotico mondo del web?
Si sono cercate risposte a questa domanda insieme al vicedirettore di Famiglia Cristiana, Fulvio Scaglione, durante l’incontro «Dal rumore di Internet al silenzio della parola», svoltosi martedì 31 gennaio presso la parrocchia Santa Maria Regina degli Apostoli e promosso dal Centro Culturale San Paolo di Roma. Scaglione, firma ben nota del settimanale della Società San Paolo, ha fotografato il fenomeno grazie all’utilizzo di dati e schemi ed attingendo a documenti ecclesiali come i messaggi per le Giornate delle comunicazioni sociali degli ultimi anni e il documento del 2002 «La Chiesa e Internet» del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali. Ne è emerso un quadro in cui l’Italia appare ancora indietro rispetto alla media europea e dove gli utenti di Internet sono 26 milioni rispetto all’intera popolazione italiana. Un utilizzo dettato anche da un fattore tecnico, dovuto dal cablaggio delle città rispetto ai piccoli centri e appannaggio soprattutto del mondo giovanile. «Inutile fare previsioni precise», afferma Scaglione, «il fenomeno di Internet si sta trasformando senza regole precise e il successo di alcuni social network, come Facebook, ne è la prova: nati per scopi precisi e poi sviluppatisi in altre direzioni». Una vera e propria rivoluzione digitale che porta dentro di sé sia un cambiamento tecnologico sia antropologico, e proprio su quest’ultimo aspetto si sofferma Scaglione. «Pensiamo alla musica, il silenzio lì è fondamentale. Così anche nel messaggio del Pontefice, in cui colgo una vena provocatoria, emerge come il silenzio deve acquistare un nuovo valore nella comunicazione, soprattutto all’interno di un mondo come quello digitale imperniato da un onnipresente brusio». Scaglione infine mette in guardia chi utilizza questi mezzi per informare, spronando a cercare bussole per muoversi in questo perenne frastuono attraverso il recupero del «senso». «Chi comunica attraverso il web - sottolinea il giornalista - deve riuscire a trasformare il rumore in musica, mantenendo alta la vigilanza senza finire prigionieri di un’inutile iperconnettività e ponendosi sempre la domanda: abbiamo bisogno di tutto questo? Importante è vivere all’interno di questo mondo con una concezione cosciente e formata del senso».