Silenzio, Parola, Buona Notizia. Ci sono i fondamentali della comunicazione nel tema scelto da Benedetto XVI per la
prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in calendario il 20 maggio 2012.
Dopo aver posto negli anni scorsi l’accento sulla verità e le relazioni umane nella cultura digitale, il Papa invita ora a una riflessione solo apparentemente inattuale sul silenzio. Anzi, su «Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione». Dove la seconda parte del titolo rafforza la prima: la corsa del Vangelo tra gli uomini, infatti, dà sapore alle parole umane, rende amico il silenzio, supera le divisioni delle tante babeli contemporanee. Il tema della Giornata e del relativo messaggio viene diffuso con anticipo per favorire la preparazione. In attesa del testo completo, disponibile a fine gennaio, non è difficile immaginare alcuni passi con cui i diversi gruppi, i centri culturali e gli animatori della comunicazione possono avvicinarsi e avvicinare all’appuntamento di maggio. Il dialogo tra parola e silenzio, in primo luogo, è ricco di risonanze bibliche e teologiche. La voce di Dio risuona nel vento leggero – letteralmente è «voce di silenzio» –, rivela il profeta Elia con l’esperienza dell’Oreb. E Gesù di Nazaret «è uomo della parola e del silenzio», secondo il Direttorio della Chiesa italiana sulle comunicazioni sociali.
Numerosi spunti vengono dal magistero di Benedetto XVI. Nell’udienza generale del 10 agosto il Papa chiedeva di «gustare il silenzio, di lasciarsi, per così dire, riempire dal silenzio ». Il silenzio è lo spazio della Grazia e della conoscenza di sé, ma ciò che lo rende «pieno» e comunicativo è soprattutto l’amore. Benedetto XVI lo ribadisce fin dalla sua prima enciclica, e proprio là dove scrive di evangelizzazione: «Il cristiano sa quando è tempo di parlare di Dio e quando è giusto tacere di Lui e lasciar parlare solamente l’amore. Egli sa che Dio è amore e si rende presente proprio nei momenti in cui nient’altro viene fatto fuorché amare». Tra il silenzio e la parola passa non solo il cammino del Vangelo ma anche quello dell’uomo, nei passaggi fondamentali dell’esistenza. Di silenzio si nutre la meraviglia, i movimenti segreti del cuore, la formazione della coscienza, l’offerta della fede e nel dolore. Richiamarlo quando l’attenzione è rivolta al comunicare significa favorire lo spazio per l’incontro, aprire all’ascolto autentico, mettere la persona prima dei mezzi e delle tecniche. Reagire a una certa ubriacatura digitale con sobrietà e sapienza dell’essenziale.