Internet e le nuove tecnologie. Non un fenomeno da demonizzare, ma qualcosa da capire e da abitare per immettervi la forza del Vangelo. Certamente senza ingenuità, ma con quella fiducia che ha sempre contraddistinto il cristianesimo nel rapporto con i nuovi linguaggi. Sarà questo lo spirito di Testimoni digitali - volti e linguaggi nell’era cross mediale , il grande convegno con oltre 1200 partecipanti che si svolgerà a Roma dal 22 al 24 aprile, su iniziativa della Commissione episcopale Cei per la cultura e le comunicazioni sociali, e che sarà concluso dall’incontro con il Papa. E così l’ha presentato ieri ai giornalisti il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata.
«I vescovi italiani – ha detto il presule – vogliono capire meglio la nuova condizione mediatica del mondo odierno in cui la connessione è sempre aperta e continua, per poter creare una mentalità nuova alla luce del Vangelo e condurre la propria missione in maniera sempre più attuale». Secondo il vescovo, «è importante entrare in questo nuovo ambiente mediatico digitale ed è auspicabile la crescita dell’utilizzo di tali mezzi. Anche da parte dei sacerdoti. Tuttavia – ha precisato – la sfida è nella crescita della responsabilità, nella capacità di discernimento, di giudizio e di decisione nell’abitare questo spazio». Ciò vale per tutti, ha aggiunto il segretario generale della Cei «e in special modo per i preti, perché ha a che fare con l’autoeducazione e la responsabilità educativa. È, dunque, necessario educarsi sempre di più per aiutare ad abitare questo mondo in modo responsabile e costruttivo e per umanizzarlo».
Perciò a chi gli faceva notare che la rete nasconde anche i suoi pericoli, monsignor Crociata ha risposto sottolineando che, pur senza alcuna ingenuità, «non esiste, da parte della Chiesa, una pregiudiziale paura di vivere in questi spazi, quanto piuttosto l’invito a tutti di utilizzarli in maniera consapevole, critica e responsabile. Per questo motivo dal convegno non do- vranno venire norme o indicazioni concrete ma una crescita di consapevolezza».
Naturalmente il punto di riferimento è sempre la persona, la sua dignità, la sua reale crescita. «In questo campo – ha ricordato il vescovo, rispondendo a una domanda sulla condanna di dirigenti di Google per la diffusione su Youtube del video di un disabile picchiato – entra in gioco il rispetto della dignità della persona che è un limite universalmente riconosciuto al di là delle personali convinzioni. La protezione e la salvaguardia delle persone, soprattutto di quelle più deboli credo debba avere priorità su tutto il resto ed essere un impegno. Va perseguito – ha concluso – il giusto equilibrio tra la libertà di espressione e il rispetto di esigenze fondamentali per una convivenza rispettosa delle persone e della società. All’esercizio della libertà va pertanto affiancata una responsabilità educativa comprensiva del rispetto delle persone».
Il segretario generale della Cei era accompagnato da monsignor Domenico Pompili, sottosegretario della Conferenza episcopale italiana e direttore dell’ufficio comunicazioni sociali, il quale – presentando il programma del convegno – ne sottolineato l’intento antropologico e comunicativo. Sotto il primo profilo, ha rilevato la sociologa dell’Università Cattolica di Milano, Chiara Giaccardi, «saranno presentati i risultati di una ricerca che mostra come la fruizione di internet tra i giovani sia diversa a seconda che ci si trovi in provincia o in città, che si sia studenti o lavoratori, maschi o femmine». Per quanto riguarda la comunicazione, poi, il convegno potrà essere seguito anche attraverso il sito internet già ricordato, che sarà all’insegna dell’interattività e che offrirà tutte le possibilità dei social network.