UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Tra il vecchio album… e il selfie!

L’incontro è iniziato sfogliando gli album di foto di famiglia: grandi album cartonati per gli eventi più importanti o piccoli e plastificati per le miscellanee di viaggi, incontri ed eventi. Da qui è iniziato prima il “racconto” – intervallato da risate e dalla commozione – poi una conversazione in cui dal “racconto” della propria storia familiare attraverso i ricordi e le emozioni delle immagini,  si è passati a riflettere su come oggi viene rappresentata la famiglia sui media, sulla comunicazione che vorremmo.
Protagonisti sono stati gli scout del reparto “Drepanum” del Trapani 6 della parrocchia “Sacro Cuore” di Trapani che hanno voluto così aprire una riflessione in vista della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
22 Maggio 2015

L’incontro è iniziato sfogliando gli album di foto di famiglia: grandi album cartonati per gli eventi più importanti o piccoli e plastificati per le miscellanee di viaggi, incontri ed eventi. Da qui è iniziato prima il “racconto” – intervallato da risate e dalla commozione – poi una conversazione in cui dal “racconto” della propria storia familiare attraverso i ricordi e le emozioni delle immagini,  si è passati a riflettere su come oggi viene rappresentata la famiglia sui media, sulla comunicazione che vorremmo.
Protagonisti sono stati gli scout del reparto “Drepanum” del Trapani 6 della parrocchia “Sacro Cuore” di Trapani che hanno voluto così aprire una riflessione in vista della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. E così, girando le pagine degli album, le domande sulla comunicazione che davvero ci piace sono venute spontanee come spontanea (anche se non perfetta) è la comunicazione che si vive in famiglia. E nel tempo di wathsup, facebook o instagram (anche se durante l’incontro i cellulari erano tutti rigorosamente spenti e preventivamente lasciati nell’apposita cassetta) l’emozione dei ricordi ha acceso il desiderio di pensare e raccontare una comunicazione “capace di metterci davvero in rapporto”, di favorire la costruzione unitaria della nostra storia e il “rapporto tra le generazioni”, una comunicazione che sa “toccare e raccontare il vissuto vero” e non costruzioni “taroccate” della nostra realtà, una comunicazione che ha una forte nota femminile perché “ è la mamma che raccoglie le foto e c’insegna ad avere uno sguardo d’insieme, a tenere vivo il raccordo tra passato e presente”, hanno detto i ragazzi. Quindi dopo una breve resoconto sulla storia delle Giornate delle Comunicazioni Sociali e del Concilio Vaticano II alla luce del messaggio di papa Francesco un momento di sintesi  in cui con brevi frasi raccogliere idee e desideri: la comunicazione che vogliamo fa del mondo una famiglia di famiglie, emoziona con il vissuto vero, dice il bene e vuole il bene. Su tutte le scelta comune di un solo hastag da fare circolare con gli amici e da proporre al parroco don per la preghiera dei fedeli del giorno dopo: la comunicazione che vogliamo è #danza (e non duello), è #bene-dire ( e non male-dire). Quindi cellulare di nuovo acceso per un selfie finale incorniciato però come se fosse una vecchia foto da raccogliere nell’album: il “reparto”, gli educatori e il direttore dell’ufficio comunicazioni sociali insieme come in una foto di famiglia.

Lilli Genco
Direttore ucs Trapani