Torino, Via del Cottolengo 14. C’è un portone che, da quasi due secoli, significa accoglienza e cibo per i poveri, assistenza e cure per gli infermi, una famiglia per chi è rifiutato anche dalla propria. Perché, dietro a quel portone, c’è la Piccola Casa della Divina Provvidenza, fondata da San Giuseppe Benedetto Cottolengo il 27 aprile 1832. Uno dei luoghi che la serie di Tv2000 I Passi del Silenzio ha raccontato nella scorsa primavera con una delle sue dieci puntate (sarà replicata il 29 settembre) e alla quale il Prix Italia, che si sta svolgendo proprio a Torino, dedica oggi una serata-evento.
«Con questa serie abbiamo voluto percorrere un viaggio attraverso le clausure – raccontano gli autori Marina Pizzi e Ivano Balduini –. Abbiamo costruito un itinerario dedicato esclusivamente alla vita contemplativa». Che, tuttavia, nel Cottolengo, si affianca a quella attiva, come spiega la madre generale Giovanna Massè: «È stata la grande intuizione di Benedetto Cottolengo. Lo stesso carisma vissuto in due modi diversi: chi dà la propria vita ogni giorno per i poveri e chi arde e si consuma come cera nella preghiera». Il racconto del docufilm procede, perciò, su due binari paralleli: da un lato le centinaia di sorelle attive, tutte specializzate e impegnate nei diversi compiti dell’assistenza; dall’altro le venti sorelle contemplative che hanno un unico lavoro: la preghiera. Ecco dunque, di primo mattino, le lodi e la celebrazione della Messa nella Chiesa grande e quelle nella piccola cappella della clausura; poi, nei padiglioni della Piccola Casa, il risveglio, la vestizione e la colazione dei malati fisici e psichici gravi e, nel monastero della clausura, la meditazione e il silenzio; ancora, nei lunghi corridoi della lavanderia e della stireria, le sorelle che preparano lenzuola, asciugamani e coperte, quelle che, nelle cucine, preparano gli oltre mille pasti sfornati ogni giorno, mentre nel monastero della clausura le sorelle della vita contemplativa si danno il cambio nell’Adorazione perpetua.
Madre Natalina, suor Lara e suor Cristina raccontano le ragioni di una scelta che, spesso, non è capita e spiegano che «la vita in clausura non è una fuga dalla realtà ma, anzi, un’apertura più grande al mondo ed è importante quanto l’attività in favore dei poveri». Come San Giuseppe Cottolengo ripeteva: «Il lavoro principale della Piccola Casa è la preghiera». Dal canto suo, suor Celestina racconta il flusso incessante di donazioni che, dalla città di Torino, arriva ogni ora al Cottolengo: abiti, oggetti, mobili, denaro, cibo. Quella Divina Provvidenza necessaria alla Piccola Casa che vive solo di questo, non possedendo alcun bene. Gli autori riprendono: «Quello che accade al Cottolengo non è solo un incontro con il dolore ma anche con la gioia. È un mondo che ci ha colpito e, per questo, abbiamo voluto raccontarlo». Certo, raccontare la clausura non è facile: «È un’esperienza talmente forte che si racconta da sola. Ma lo fa con i suoi tempi, impensabili nella maggior parte della televisione di oggi. I Passi del Silenzio è un prodotto coraggioso perché non ha i tempi televisivi ma va in tv». Oltre alla serata-evento dedicata al Cottolengo, Tv2000 è presente al Prix Italia con tre proposte: Haiti: il futuro nelle mani dei bambini; Antivirus -La poesia in tv: Genova; Italiani d’Europa - Svezia .