UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

TV 2000 porta a Torino il “doppio” Cottolengo

Stasera al Prix Italia sarà presentato uno speciale della tivù cattolica TV 2000 sulla Piccola Casa della Divina Provvidenza. Gli autori del docufilm: «Molti credono sia solo un’istituzione di carità invece è anche un luogo di clausura, dove la preghierà è tutto»
21 Settembre 2010
Torino, Via del Cottolengo 14. C’è un portone che, da quasi due secoli, significa accoglien­za e cibo per i poveri, assistenza e cu­re per gli infermi, una famiglia per chi è rifiutato anche dalla propria. Per­ché, dietro a quel portone, c’è la Pic­cola Casa della Divina Provvidenza, fondata da San Giuseppe Benedetto Cottolengo il 27 aprile 1832. Uno dei luoghi che la serie di Tv2000 I Passi del Silenzio ha raccontato nel­la scorsa primavera con una delle sue dieci puntate (sarà replicata il 29 set­tembre) e alla quale il Prix Italia, che si sta svolgendo proprio a Torino, de­dica oggi una serata-evento.
«Con questa serie abbiamo voluto percorrere un viaggio attraverso le clausure – raccontano gli autori Ma­rina Pizzi e Ivano Balduini –. Abbiamo costruito un itinerario dedicato e­sclusivamente alla vita contemplati­va». Che, tuttavia, nel Cottolengo, si af­fianca a quella attiva, come spiega la madre generale Giovanna Massè: «È stata la grande intuizione di Bene­detto Cottolengo. Lo stesso carisma vissuto in due modi diversi: chi dà la propria vita ogni giorno per i poveri e chi arde e si consuma come cera nel­la preghiera». Il racconto del docu­film procede, perciò, su due binari pa­ralleli: da un lato le centinaia di so­relle attive, tutte specializzate e im­pegnate nei diversi compiti dell’assi­stenza; dall’altro le venti sorelle con­templative che hanno un unico lavo­ro: la preghiera. Ecco dunque, di pri­mo mattino, le lodi e la celebrazione della Messa nella Chiesa grande e quelle nella piccola cappella della clausura; poi, nei padiglioni della Pic­cola Casa, il risveglio, la vestizione e la colazione dei malati fisici e psichi­ci gravi e, nel monastero della clau­sura, la meditazione e il silenzio; an­cora, nei lunghi corridoi della lavan­deria e della stireria, le sorelle che pre­parano lenzuola, asciugamani e co­perte, quelle che, nelle cucine, pre­parano gli oltre mille pasti sfornati o­gni giorno, mentre nel monastero del­la clausura le sorelle della vita con­templativa si danno il cambio nell’A­dorazione perpetua.
Madre Natalina, suor Lara e suor Cri­stina raccontano le ragioni di una scelta che, spesso, non è capita e spie­gano che «la vita in clausura non è u­na fuga dalla realtà ma, anzi, un’a­pertura più grande al mondo ed è im­portante quanto l’attività in favore dei poveri». Come San Giuseppe Cotto­lengo ripeteva: «Il lavoro principale della Piccola Casa è la preghiera». Dal canto suo, suor Celestina racconta il flusso incessante di donazioni che, dalla città di Torino, arriva ogni ora al Cottolengo: abiti, oggetti, mobili, de­naro, cibo. Quella Divina Provviden­za necessaria alla Piccola Casa che vi­ve solo di questo, non possedendo al­cun bene. Gli autori riprendono: «Quello che ac­cade al Cottolengo non è solo un in­contro con il dolore ma anche con la gioia. È un mondo che ci ha colpito e, per questo, abbiamo voluto raccon­tarlo». Certo, raccontare la clausura non è facile: «È un’esperienza tal­mente forte che si racconta da sola. Ma lo fa con i suoi tempi, impensabi­li nella maggior parte della televisio­ne di oggi. I Passi del Silenzio è un pro­dotto coraggioso perché non ha i tem­pi televisivi ma va in tv». Oltre alla serata-evento dedicata al Cottolengo, Tv2000 è presente al Prix Italia con tre proposte: Haiti: il futu­ro nelle mani dei bambini; Antivirus -La poesia in tv: Genova; Italiani d’Eu­ropa - Svezia .