Quartiere San Giacomo, periferia di Matera. Corre il 2011 e, per iniziativa dell’Aiart, 1.000 dei 7.000 abitanti del rione vengono sottoposti a una sorta di censimento singolare: il test intende appurare il 'grado di cultura mediale in un quartiere di Matera'. «I risultati sono stati sorprendenti – osserva Domenico Infante, materano, già segretario nazionale dell’Aiart, e oggi membro del comitato di presidenza dell’associazione –. Da quella ricerca, che interessò tutte le fasce di abitanti, e soprattutto bambini e adolescenti, emerse che quasi il 20% del campione superava le 7 ore e 15 minuti di utilizzo dei media: televisione, siti Internet, social network e giochi online». Un dato significativo, aggiunge Infante, «se si tiene conto che un documento fresco di stampa dell'Ue aveva da poco fissato proprio a 7 ore e 15 minuti il limite oltre il quale la fruizione o l’interazione con quegli strumenti poteva dar luogo a dipendenza. I nostri ragazzini andavano incontro agli stessi rischi individuati nelle metropoli di Paesi come Francia, Germania o Spagna».
È in quella iniziativa una delle pietre miliari del contributo che l'Aiart della città dei Sassi ha saputo costruire per il territorio. «Quel progetto ci servì molto – evidenzia Infante – perché i risultati, preoccupanti, furono subito dibattuti con le istituzioni cittadine e i dirigenti scolastici con i quali venne condiviso un cammino di informazione e formazione le cui ricadute si sono spalmate negli anni successivi».