UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“La Tenda” a lezione dai nuovi arrivi

Sul notiziario parrocchiale La tenda il parroco don Luca Ravaglia, 51 anni, alla guida di San Savino, traccia l’identikit della «parrocchia del futuro». Ma in pratica la parrocchia, detta anche del Paradiso, 3.100 abitanti, periferia nordovest di Faenza (RA), è già proiettata nelle sue attività verso una pastorale aperta «alla missionarietà cui ci richiama continuamente papa Francesco».
31 Maggio 2016

Sul notiziario parrocchiale La tenda il parroco don Luca Ravaglia, 51 anni, alla guida di San Savino, traccia l’identikit della «parrocchia del futuro». Ma in pratica la parrocchia, detta anche del Paradiso, 3.100 abitanti, periferia nordovest di Faenza (RA), è già proiettata nelle sue attività verso una pastorale aperta «alla missionarietà cui ci richiama continuamente papa Francesco».
Quattro insegnanti in pensione aprono lo 'sportello assistito' per giovani studenti che hanno bisogno nello studio. Diversi ragazzi il lunedì si trovano a pranzo insieme per aiutarsi poi a fare i compiti e a studiare. Altri laici aprono due ore la settimana lo 'sportello amico-lavoro', per raccogliere richieste di lavoro, per scrivere curriculum e altre esigenze lavorative. Altri ancora svolgono corsi pratici 'per i nuovi arrivati', come quello per badanti. Ci sono gruppi che si occupano di aggregazione attraverso il teatro, la cultura e la musica, con momenti conviviali, film e concerti. Diversi laici studiano teologia nei vari istituti diocesani o regionali. Racconta don Luca: «Ogni venerdì consumiamo insieme la cena con i poveri della parrocchia, mai meno di 15-20 persone». La parrocchia ha aperto anche alle comunità cattoliche straniere e ai rom. Una volta al mese si celebra la Messa in polacco e in francese per le comunità d’immigrati della città, con l’aiuto di un sacerdote congolese. Qui è attiva anche l’Associazione «Amici di padre Giuliano Gorini», un missionario del Paradiso che operava in Kenya, recentemente scomparso. «L’integrazione – conclude don Luca – non si fa con le chiacchiere, ma con i fatti».