UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Portalecce” compie tre anni. Gli auguri di mons. Seccia

Il quotidiano online ha prodotto “frutti davvero insperati e abbondanti”, osserva l’arcivescovo che esprime la sua gratitudine al direttore e ai tanti collaboratori volontari.
7 Settembre 2021

Non solo “la voce della diocesi”, ma “uno strumento efficace che consente di immettere nella rete la luce del Vangelo e consente a tante persone di venire a contatto con la Parola che salva”. Così mons. Michele Seccia, arcivescovo di Lecce, definisce il quotidiano online “Portalecce” che l’8 settembre compie tre anni, auspicando che esso continui a portare “la luce della fede nelle strade della comunicazione digitale”. In un messaggio di auguri, l’arcivescovo ricorda che “il portale dell’informazione della diocesi offre chiavi di lettura secondo verità sulle vicende di questo mondo, sforzandosi di dare una prospettiva di fede ai diversi accadimenti”. Soprattutto in tempo di pandemia, sottolinea mons. Seccia, “è stato un segno forte dell’impegno missionario ed evangelizzatore della diocesi: sia il vescovo, sia i sacerdoti hanno ampiamente utilizzato questo strumento per entrare in ogni casa e far risuonare la voce di Cristo”.
Grazie alla web radio, alla web tv e alle tante collaborazioni con i media locali, “Portalecce” ha prodotto “frutti davvero insperati e abbondanti”, osserva l’arcivescovo che non manca di ringraziare il direttore Vincenzo Paticchio “per il solerte impegno e diuturno lavoro che garantisce serietà e professionalità alla testata online” e, con lui, “i tanti collaboratori volontari che, per la causa del Vangelo, si spendono al fine di rendere sempre più attraente questo meraviglioso strumento comunicativo”.
“Il mio compito – conclude l’arcivescovo - è ora quello di sostenerne i passi, indicarne gli ulteriori obiettivi e profondere ogni energia affinché questo portale divenga anche economicamente sostenibile e la voce della Chiesa di Lecce possa risuonare nelle agorà pubbliche, dando voce a chi spesso si sente ignorato o emarginato”.