UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

In un libro la vita e il pensiero di Giorgio La Pira

Nei giorni in cui a Firenze si svolge l'Incontro dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo, esce per “Toscana Oggi” il volume di Riccardo Bigi che aggiorna la pubblicazione del 2004. Con la prefazione dell'arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori.
21 Febbraio 2022

Ormai viene definito “un santo dei nostri giorni”. Il suo messaggio profetico è più che mai attuale. Proprio nell’intreccio tra l’incessante preghiera e la costante sollecitudine per i destini dell’uomo sta il segno inconfondibile dell’intera vita di Giorgio La Pira, di quel cristianesimo totale e intrepido che animò ogni sua meditazione ed ogni sua missione, anche quelle che apparivano impossibili dovendosi a volte confrontare con i Grandi della Terra. Un uomo che viveva di Vangelo, come diceva il cardinale Elia Dalla Costa. Per questo la Chiesa lo ha proclamato Venerabile. E nel suo profilo si riscontrano impronte di santità. A coglierle ci aiuta il “viaggio” compiuto da Riccardo Bigi per “Toscana Oggi”, una rilettura di scritti e raccolta di testimonianze che troviamo nel libro “Il sindaco santo - La vita e il pensiero di Giorgio La Pira”. Arricchito dalla prefazione dell’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, ripropone, ampiamente riveduto e aggiornato, il testo già pubblicato con lo stesso titolo da Edizioni San Paolo nel 2004 (ricorreva il centenario della nascita) corredato da foto tratte dagli archivi della Fondazione e da una preziosa bibliografia fermentata negli ultimi anni.
Il volume accompagna l’arrivo di Papa Francesco, che il 27 febbraio a Firenze incontrerà Vescovi e sindaci riuniti nel capoluogo toscano. Nel 1960, in occasione di uno dei Colloqui mediterranei organizzati a Palazzo Vecchio per mettere in dialogo le tre religioni della “famiglia di Abramo”, La Pira ebbe a dire: “Noi pensiamo che il Mediterraneo resta ciò che fu, una sorgente inestinguibile di creatività, un focolare vivente e universale dove gli uomini possono ricevere le luci della conoscenza, la grazia della bellezza e il calore della fraternità”.
La narrazione di Riccardo Bigi parte dagli anni giovanili in Sicilia e dalla conversione di La Pira al cristianesimo. Racconta poi l’arrivo a Firenze, l’impegno nelle associazioni cattoliche (in particolare nella Fuci di cui era assistente centrale Giovanni Battista Montini, San Paolo VI, che gli sarà amico per tutta la vita), l’insegnamento del Diritto Romano all’Università. Successivamente si sofferma sulla scelta della politica, sulla partecipazione attiva alla Costituente ed al governo, sul ritorno a Firenze come sindaco, dal 1951 quasi per 15 anni.
Nel suo operato, La Pira delineò “La Città sul monte” che era allo stesso tempo “La città dell’uomo”: con questo paradigma, riuscì a coniugare il suo impegno per la pace tra i popoli e le nazioni con quello quotidiano per risolvere le emergenze più impellenti della sua comunità ancora frastornata dalle ferite della guerra. Partendo dai più poveri e indifesi, dai senzatetto fino alla difesa del posto di lavoro per migliaia di concittadini: a lui si deve, per esempio, il salvataggio ed il rilancio di grandi fabbriche come la Galileo ed il Nuovo Pignone. La Pira fu capace, con il suo stile di vita ed il senso di carità verso il prossimo, di dare un’anima alla politica e speranze ai giovani, di parlare, anche con la sua “diplomazia privata”, a re e Capi di Stato.

Antonio Lovascio