UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Festival della comunicazione, attività e mostre

In occasione della XIII edizione del Festival, vengono prorogate due mostre temporanee e si inaugura una terza.
3 Maggio 2018

In occasione XIII edizione del Festival della comunicazione, organizzato dall’Arcidiocesi di Oristano, nell'ambito della Settimana della comunicazione promossa su iniziativa della Società San Paolo e delle Figlie di San Paolo, e in concomitanza con la manifestazione "Monumenti aperti", il Museo diocesano Arborense ha deciso di prorogare le mostre temporanee “Umanità” dell’artista Liliana Cano e l’esposizione “Cristo nostro contemporaneo”.

Il Museo partecipa attivamente al Festival, curando martedì 8 maggio alle ore 11, presso il Liceo Classico S.A. De Castro, la conferenza "L’arte delle fake news e le fake news nell’arte", promossa dalla rivista internazionale d’arte Ainas, con la partecipazione dei giornalisti Roberto Cossu, Gorgio Giorgetti e Luca Foschi. L’intento è quello di evidenziare la dicotomia vero/falso che l’arte porta sempre con sé per sua natura e che, proprio per questo, diventa campo d’indagine culturale e giornalistica molto rischioso. Si partirà da un excursus storico sulla fake news, dall’antichità a oggi, per approdare ad alcune esperienze di fake news nell’arte.

Sempre nell’ambito del Festival, giovedì 10 alle ore 20,00 al Museo diocesano si terrà l’inaugurazione della mostra internazionale “Resurface” di Chia Davis, a cura di Bianca Laura Petretto: un’esposizione di pitture, sculture e installazioni che ruotano intorno al tema dell’acqua come veicolo di rinascita. Il percorso creativo si propone di integrare le opere d’arte antiche presenti nel Museo con le opere contemporanee. Nella grande sala espositiva, infatti, dialogheranno le opere contemporanee della Davis con la scultura lignea dipinta del Cristo Crocifisso proveniente dalla Chiesa del Crocifisso di Norcia (inizio XVI sec.) e del Crocifisso ligneo policromo della Basilica di Santa Giusta (XV sec.) della mostra Cristo nostro contemporaneo. Si tratta di due capolavori che esprimono una forte spiritualità e che segnano nel percorso artistico contemporaneo di Chia Devis una partecipata relazione con il dolore e con la trasformazione del corpo e della materia attraverso l’anima e il viaggio attraverso la fede.