UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

A partire dalla vera libertà, l’accoglienza si fa dono

Domenica 13 maggio saranno accolti nella Chiesa Cattolica, coi riti solenni dell'Iniziazione cristiana, 9 adulti e 3 bambini ospiti della struttura di prima accoglienza del CARA.
11 Maggio 2018

L’anelito mai del tutto appagato di vivere in un mondo in cui Verità e Libertà, Giustizia e Pace si fondano in un solo grande abbraccio, sta alla radice della 52ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, il cui testo è stato reso noto dalla Sala Stampa Vaticana lo scorso 24 gennaio, festa di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.
«Il Santo padre Francesco – ha dichiarato don Gianni Zavattieri, direttore dell'Ufficio delle Comunicazioni Sociali - nel suo messaggio che si richiama alle parole di Giovanni "La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace" ha voluto sottolineare in maniera molto ferma l’urgenza della vigilanza di tutti e la responsabilità degli operatori a fare buona guardia contro l’imperversare delle fake news (false notizie, bufale). L’espandersi praticamente incontrollato delle tecnologie mediatiche sempre più invasive e sofisticate esigono che sia presidiato attentamente quello spazio ‘sacro’ nel quale l’informazione, le relazioni comunicative si fanno sempre più intense e vorticose, correndo anche il rischio della facile manipolazione e dell’utilizzo mendace e strumentale».
Ribadito con chiarezza che “la comunicazione umana è una modalità essenziale per vi-vere la comunione”, e da essa ogni uomo mutua la sua dignità di essere umano fatto “a immagine e somiglianza del Creatore (e dunque) capace di esprimere e condividere il vero, il buono, il bello”, Egli mette in guardia dalla “falsità”, la cui paternità è biblicamente attribuita a Satana «padre della menzogna» (Gv 8,44). In questo processo di ricerca “Vero, del Bene e del Bello”, infatti, la più grande frustrazione si annida pro-prio nelle pieghe subdole dell’inganno possibile e dunque della falsità.
Soltanto nei giardini della vera liberta possono germogliare i frutti della vera pace. “Desidero perciò – aggiunge il Papa - rivolgere un invito a promuovere un giornalismo di pace, non intendendo con questa espressione un giornalismo “buonista”, che neghi l’esistenza di problemi gravi e assuma toni sdolcinati. Intendo, al contrario, un giornalismo senza infingimenti, ostile alle falsità, a slogan ad effetto e a dichiarazioni roboanti; un giornalismo fatto da persone per le persone, e che si comprende come servizio a tutte le persone, specialmente a quelle – sono al mondo la maggioranza – che non hanno voce”.
In questo contesto trova spazio di immediata coerenza la celebrazione presieduta da Mons. Calogero Peri nella Cattedrale S. Giuliano, domenica 13 maggio alle ore 11,00: saranno accolti nella Chiesa Cattolica, coi riti solenni dell'Iniziazione cristiana, 9 adulti e 3 bambini ospiti della struttura di prima accoglienza del CARA. Il rito sarà celebrato nelle varie lingue di provenienza dei vari candidati. Insieme al Battesimo dei 3 bambini, 8 dei nove adulti (uno è già battezzato) riceveranno anche il dono della Confermazione e per la prima volta la Comunione eucaristica.
«L’Ufficio Diocesano per la pastorale dei Migranti, - dice il suo direttore don Franco De Pasquale - cura in maniera sistematica l’accompagnamento del cammino di Fede di quanti, fuggiti dai vari paesi dell’Africa, sono giunti sulle nostre spiagge, dopo lunghi e a volte drammatici percorsi, chiedendo di essere accolti e assistiti. Questa nostra terra di Sicilia, già alle prese coi suoi problemi di non sempre facile soluzione, si trova così a diventare ‘primo approdo di speranza’ per fratelli segnati da storie ancora più dure e drammatiche, quando non addirittura tragiche, che aggiungono ovviamente un surplus di problematicità e preoccupazione, e anche inquietudine tra la nostra gente. E tuttavia non può non essere riconosciuto il valore del diritto/dovere alla prima accoglienza, che compete strutturalmente agli organismi statali di governo e alla comunità europea, ma che interpella immediatamente anche la coscienza della nostra Chiesa Calatina, chiamata a ‘testimoniare’ il valore biblico della ospitalità con la solidarietà e il concreto esercizio della carità».
La variegata composizione culturale, etnica, religiosa e spirituale della multiforme e pittoresca popolazione che vive nel CARA di Mineo, dice da sé la complessità, delicatezza e problematicità degli approcci conoscitivi e operativi di natura sia pastorale che caritativa. Un impegno reso possibile per l’impegno della comunità diocesana, presente col fattivo e competente servizio di mediazione di alcune Religiose appositamente formate a tale compito, e di un nutrito manipolo di laici di tanti che consentono col contributo volenteroso della loro generosa disponibilità di dare forma concreta a inizia-tive specifiche e ai primi approcci.