Benedetto XVI sapeva parlare pure a chi la rifiutava. Papa Francesco ce lo ricorda quasi ogni giorno: la fede non è una “ninna nanna”, ma un fuoco acceso per agire. Il compito di riaccendere questa fiamma per non evadere dalle sfide della vita spetta anche agli operatori dei media, soprattutto attraverso il racconto di testimonianze che aiutino ad uscire dall’individualismo, a vincere l’egoismo. Una conversione necessaria per predisporsi all’incontro, all’ascolto, all’accoglienza, compresi naturalmente i poveri e i più bisognosi. Paradigmi questi del Cammino sinodale intrapreso dalla Chiesa universale non solo per rinnovarsi, ma pure per aprirsi allo stesso tempo al dialogo con le altre confessioni religiose. Proprio per l’afflato ecumenico che trasmette e per i riferimenti ad esperienze vissute da imitare come modello di crescita personale, è da consigliare la lettura del volume “Narrare la Fede” di Renato Burigana (Pacini editore, pagine 168, euro 16), soprattutto in preparazione alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio) e più avanti in vista della Giornata del dialogo interreligioso (18 ottobre).
Giornalista, insegnante di religione nei licei fiorentini e di Teologia ecumenica presso l’Istituto Ippolito Galantini, Burigana ha fondato e dirige con il fratello Riccardo la rivista della Fondazione Giovanni Paolo II, “Colloquia Mediterranea”, nata a Firenze nel 2011. Un profilo arricchito da significative esperienze maturate come addetto stampa prima del cardinale Silvano Piovanelli e poi di Mario Primicerio quand’era alla guida della giunta di Palazzo Vecchio, memoria storica e compagno di viaggio del “sindaco santo” Giorgio La Pira in importanti missioni di pace.
Aneddoti in parte inediti si intrecciano armonicamente con analisi di documenti elaborati con finalità pastorali ma rivolto pure a chi lavora nei Media. Spazio quindi all’“Inter Mirifica”, il primo decreto del Concilio Vaticano II sugli strumenti della comunicazione sociale promulgato da Paolo VI il 4 dicembre 1963, che con la Parola di Dio ha fatto da bussola pure nei successivi pontificati di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ed ora anche con Bergoglio, aggiornata nell’annuale Messaggio per l’emergere di nuove strade, in particolare “di quelle digitali affollate di umanità, spesso ferita: uomini e donne che cercano una salvezza ed una speranza”.
Le riflessioni di Renato Burigana si soffermano sull’insegnamento di due grandi arcivescovi come i cardinali Silvano Piovanelli e Carlo Maria Martini: entrambi hanno lasciato un segno profondo sia nella Comunicazione (non trascurando l’esempio solenne offerto dalla liturgia) che nell’affrontare con coraggio e lungimiranza il dialogo interreligioso. Per cui oggi - in presenza di guerre senza fine e di conflitti dimenticati - possiamo affermare che le tre grandi religioni abramitiche possono “giocare” un ruolo fondamentale, legando insieme comunicazione e cultura, narrazione ed evangelizzazione. Convinzione suffragata sul fronte mediorientale dalle testimonianze di padre Ibrahim Faltas (vicario della Custodia di Terra Santa, che rievoca la provvidenziale telefonata d’incoraggiamento di Giovanni Paolo II durante l’assedio armato della Basilica della Natività di Betlemme del 2002), delle monache agostiniane del Monastero di clausura di Pennabilli, del rabbino Gad Fernando Piperno e del’Imam Izzedin Elzir. Un confronto a più voci, in cui la comunicazione si fa comunione.
Antonio Lovascio