“Le relazioni sociali al tempo dei personal media nella realtà ecclesiale italiana. Soggetti, reti e opportunità di intervento pastorale, comunitario, educativo” è il titolo del progetto i cui risultati saranno presentati venerdì 20 maggio, a Milano, presso l’Università Cattolica, nell’ambito del convegno “Generare relazioni di comunità nell’era digitale. La sfida delle parrocchie italiane prima e dopo la pandemia”.
Realizzata da un gruppo di ricerca interdisciplinare dell’Università Cattolica a cui ha partecipato anche il Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media all'Innovazione e alla Tecnologia (Cremit), l’indagine – pubblicata nel volume curato da Lucia Boccacin - focalizza l’attenzione sulle parrocchie italiane come ambiti nei quali le persone, appartenenti a diverse generazioni, possono esperire relazioni significative sotto diversi profili: educativo, della socialità, del supporto reciproco.
“La ricerca – spiega Boccacin - restituisce con certezza è che molto già c’è nelle parrocchie italiane. Questo 'molto' già presente e attivo va scoperto, portato alla luce, come un torrente carsico che scorre nascosto ad una osservazione superficiale, ma risulta visibile scendendo in profondità. Forse è proprio questa la forza delle parrocchie italiane: continuare a essere presenti, a rilanciare relazioni interpersonali e digitali, a tessere reti, a generare contesti comunitari senza clamore, ma con un radicamento consolidato”.
I risultati dell’indagine saranno illustrati e commentati durante il Convegno che si aprirà con i saluti di Antonella Sciarrone Alibrandi, Prorettrice Vicaria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, di Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica, di Domenico Simeone, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, e di Vincenzo Corrado, Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali. Nel pomeriggio spazio ad una tavola rotonda che, con il contributo di alcuni sacerdoti, analizzerà “Le pratiche delle parrocchie. Indicazioni dagli studi di caso”.
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