UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scarp di maggio: le imprese sociali

È in vendita il numero di maggio di "Scarp de' tenis", il mensile della strada promosso da Caritas Ambrosiana e Caritas Italiana.
29 Aprile 2019

"Diecimila firme per chiedere al Governo di includere anche le persone senza dimora e senza residenza tra chi ha il diritto di richiesta del reddito di cittadinanza.". Così comincia l'editoriale di Stefano Lampertico per il numero di maggio di Scarp de' tenis, il mensile della strada promosso da Caritas Ambrosiana e Caritas Italiana.

"Entro il 31 maggio. Lo chiedono - prosegue Lampertico - fio.PSD (Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora) e Avvocato di strada, la onlus che da anni si occupa della tutela dei diritti delle persone senza dimora. Il decreto che disciplina il Reddito di cittadinanza è diventato legge, ma per chi lavora fianco a fianco con gli homeless, la questione legata alla discriminazione e all'esclusione da ogni forma di aiuto degli ultimi della fila, è una questione di principio. Le associazioni hanno proposto un emendamento al decreto per fare in modo che chi vive ai margini della società non sia penalizzato. Sul numero di Scarp del mese scorso abbiamo dedicato ampio spazio a questo tema. Vi chiedo scusa se ci ritorniamo ancora, ma davvero la questione è molto importante. Perché quello strumento, con le parole del vicepremier Di Maio che l’ha presentato, doveva abolire la povertà. E, invece, taglia fuori i più poveri in assoluto: le persone che vivono in strada e che non hanno la residenza anagrafica. In Italia vivono in strada più di 50 mila persone che sono diventate povere: padri separati, anziani con la pensione minima, donne sole con figli, giovani che non riescono a trovare un lavoro, piccoli imprenditori falliti, lavoratori licenziati. I nostri lettori conoscono bene queste persone, e le loro storie, che ogni mese raccontiamo. Storie invisibili, di coloro che non hanno una casa, un indirizzo da indicare sulla carta d’identità, che non ricevono sussidi o pensioni, che sono sole. Che non votano, che non hanno un lavoro, che non possono curarsi o firmare un contratto di lavoro. Ultimi tra gli ultimi. Escludere queste persone dal Reddito di cittadinanza è davvero ingiusto.Questo è il senso della petizione. Come fare allora per aderire. È molto semplice. Potete sottoscrivere la petizione sia collegandovi al sito www.buonacausa.org (nel campo ricerca inserite “Avvocato di strada”) sia al sito www.fiopsd.org (nella home page c’è il link diretto per la sottoscrizione). È una battaglia di dignità. Merita di essere combattuta".