Uno dei più grandi rischi che l’accresciuta disponibilità informativa porta con sé è l’assuefazione. Ne facciamo esperienza ogni volta che si verificano tragedie prolungate nel tempo. Al primo impatto fortemente emotivo subentra gradualmente l’abitudine e la distrazione. È una riflessione che deve accompagnare le prossime giornate come monito al triste primo anniversario dall'inizio della guerra in Ucraina. Non ci si può assuefare quando è in gioco il destino dell’umanità. La comunicazione e l’informazione possono e devono dare il loro contributo per la pace, iniziando a disarmare parole e linguaggio. Ryszard Kapuściński ricorda che “è sbagliato scrivere di qualcuno senza averne condiviso almeno un po' la vita”. Ecco, la comunicazione e l’informazione come servizio, come atto d’amore.
Vincenzo