UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Educare alla verità

"Ogni scivolamento verso la menzogna è tradimento di quel 'di più' che appartiene a ogni persona", sottolinea Vincenzo Corrado che, nel suo pensiero settimanale, torna sulla necessità di criteri etici che sostengano la verità.
10 Maggio 2023

Comunicare nella verità o verità nel comunicare? Un bel quesito che segnala un doppio punto di vista – inclusivo ed esclusivo – con cui affrontare il discorso sulla verità. L’uno non esclude l’altro; insieme costituiscono un “circolo virtuoso”. Anzitutto, inclusivo: nel messaggio per l’ormai prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, il Papa si appella alla «responsabilità di ciascuno», quasi a sottolineare che nell’ambiente digitale tutti possono e devono essere protagonisti di “una comunicazione aperta e accogliente”. Ogni persona, protagonista nello scenario comunicativo, è tenuta al rispetto di tutte quelle regole morali che devono o dovrebbero caratterizzare qualsiasi strumento. Si entra qui in quella che solitamente viene definita etica o deontologia, verso la quale occorre una debita educazione. C’è, poi, il punto di vista esclusivo. L’educazione alla verità apre a un rapporto “privilegiato” con questa: una risposta all’identità e alla vocazione di ciascuno. In questo senso ogni scivolamento verso la menzogna è tradimento di quel “di più” che appartiene a ogni persona. Educare alla verità significa contribuire in modo sostanziale alla sua diffusione, smascherando il tentativo di ridurla a semplice opinione e aprendo invece al trascendente. In questo senso, la comunicazione può divenire un vero e proprio servizio alla verità.

Vincenzo