Il vescovo Giuseppe Betori, Segretario generale della Cei ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa il 29 gennaio 2008 per presentare il comunicato finale dei lavori del Consiglio episcopale permanente che si è svolto a Roma presso la sede della Conferenza Episcopale Italiana dal 21 al 24 gennaio 2008.
Per la Chiesa occuparsi della cultura significa guardare soprattutto all’uomo, alle sue vicende e al suo futuro con speranza. Monsignor Dario Edoardo Viganò, direttore scientifico del corso Anicec traccia il profilo dell’animatore della comunicazione e della cultura.
Ringraziamo il Papa per averci richiamato alla nostra responsabilità di comunicatori: La ricerca e la presentazione della verità sull’uomo costituiscono la vocazione più alta della comunicazione sociale”.
“E’ successo a Westminster, in Colorado, il 6 dicembre: una bambina di 6 anni è assassinata dal fratello sedicenne e da un coetaneo. I baby assassini non erano né drogati, né ubriachi; hanno agito sotto l’effetto di un videogioco”. Inizia così l’articolo pubblicato su Avvenire a firma di Luca Borgomeo.
Il tema della prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali mette in evidenza quanto sia importante il ruolo degli strumenti mediatici nella vita delle persone e della società…
L’arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali e monsignor Paul Tighe, Segretario del medesimo Pontificio Consiglio, hanno presieduto il 24 gennaio 2008 la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la XLII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Leggi la presentazione “Un nuovo spazio on line al servizio delle diocesi” di Don Domenico Pompili, Direttore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali
E’ on line il sito ufficiale italiano della Gmg 2008. All’indirizzo www.gmg2008.it è possibile visualizzare le news, scaricare i materiali e i sussidi, informarsi sulle modalità di iscrizione e di partecipazione come pellegrini o come volontari.
C’era una volta la televisione e la radio, il giornale, e poi anche il telefono e il computer, che con i primi avevano poco a che fare. Oggi, ponendo attenzione a quello che è successo solo negli ultimi dieci anni, innanzitutto si deve usare il plurale per riferirsi ai media di una volta e parlare di televisioni, le radio, i giornali.
Dopo il successo dello scorso anno riparte il corso e-learning dell’Anicec promosso dalla Fondazione Comunicazione e Cultura della Cei …